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L’identità è una cosa complessa

Nell’a.s. 2022/2023 siamo entrate nelle classi terze del Liceo Artistico “F. Mengaroni” di Pesaro per parlare di identità, discriminazioni, violenze, rispetto e impegno in prima persona per migliorare l’ambiente che ci circonda.

Da ormai più di 10 anni, la nostra scelta metodologica è quella dell’educazione non formale e della facilitazione del confronto tra pari e ogni volta ne riscopriamo il valore e l’importanza: abbiamo ascoltato opinioni interessanti, stimolato il confronto e il ragionamento personale e abbiamo, infine, apprezzato molto la profondità delle discussioni che ne sono emerse.

Dopo un primo confronto sugli stereotipi, sulle discriminazioni e sulle violenze che gli/le adolescenti vivono di persona nella propria vita quotidiana, abbiamo chiesto loro di immedesimarsi nella vita di una persona molto diversa da loro e di raccontarci, poi, come ci si sentiva in quegli altri “panni”, panni di cui si erano goduti i vantaggi o subiti gli svantaggi.

Successivamente, una volta emerso il senso di frustrazione per le discriminazioni e le violenze subite (da sé o da altri/e del gruppo) abbiamo ragionato sul fatto che le identità siano complesse e per questo, la vita di ogni persona include alcuni elementi di svantaggio, ma anche alcuni di vantaggio. Questo ragionamento ha condotto il confronto verso una parola chiave del progetto – il POTERE – e questo sviluppo ha permesso di discutere in merito ad un aspetto molto importante e davvero poco valorizzato, nella società odierna, ossia l’impegno personale, il cosa fare in prima persona per interrompere discriminazioni e violenze: cioè lo scegliere di usare in maniera non discriminatoria, non violenta e non escludente il potere (il vantaggio, il privilegio) che abbiamo, nei momenti in cui lo abbiamo.

Il risultato è stato potente: le discussioni erano molto partecipate e diverse persone si sono sentite abbastanza accolte da aprirsi e condividere con noi (a volte con tutto il gruppo classe, a volte in privato solo con noi) alcuni aspetti della propria identità, aspetti anche molto delicati e profondamente personali.

Dalle attività di verifica svolte in classe, in conclusione del laboratorio, così come dai questionari predisposti dalla scuola e svolti successivamente, è emerso che, al di là dell’altissimo livello del gradimento (il 90% lo ha apprezzato e il 94% lo consiglia anche per le altre classi), gli/le studenti hanno trovato particolarmente stimolante ed istruttivo il fatto di immedesimarsi concretamente nella vita di una persona diversa da sé e anche il momento del confronto con il resto della classe su cosa vedano, intorno a sé, di discriminatorio, ingiusto e/o violento, poiché “1-mi ha fatto capire l’idea dei miei compagni e 2-mi ha dato la possibilità di parlare ed esprimermi”.

L’aspetto da migliorare riguarda la genericità degli argomenti: alcuni concetti sviscerati sono effettivamente complessi e parlarne è indiscutibilmente nuovo,  innovativo e, diversamente dagli anni passati in cui trattavamo argomenti che già risuonano (almeno a parole) nell’attuale sistema culturale, per un’elaborazione più profonda di queste tematiche sarebbe davvero molto importante poter avere più tempo a disposizione per ogni classe

In conclusione, volendo fare una sintesi di quanto emerso dalle valutazioni finali, il laboratorio ha avuto un forte impatto sulle classi e crediamo fortemente che il seme delle discussioni svolte tra di loro continuerà a produrre confronto e spirito critico anche successivamente.

 

Se anche tu vuoi attivare un progetto nella tua scuola, scrivici a percorsodonna@gmail.com

 

 

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