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Per le donne immigrate un vademecum d’aiuto oltre ogni polemica

Stampato da Comune, Regione e Cisl spiega che nascita e cura sono un diritto Anche senza permesso di soggiorno. L’assessore Moioli : “Le donne sono il fulcro della famiglia. A loro ci rivolgiamo perché possano uscire dall’ombra, senza violenze e soprusi”. Come cercare lavoro e sostegni economici, mettersi in regola, usufruire di medici e ospedali: non c’è da temere di essere denunciate

 

Una guida per le donne straniere. Quelle in regola con i documenti e quelle “clandestine”. La firmano assieme il Comune di Milano, con la Regione Lombardia e la Cisl. I diritti delle donne è un vademecum stampato in 24mila copie e tradotto nelle otto lingue più diffuse fra il milione e 170mila immigrati presenti nella Regione, il 4,6 per cento della popolazione lombarda. Il 47 per cento della comunità straniera è rappresentato da donne e il 31 per cento delle coppie immigrate ha figli, motivo per cui il ricorso alle cure mediche, alla scuola e agli altri servizi sociali è cosa di tutti i giorni.

Per questo risulteranno preziose le informazioni condensate nelle 26 pagine del libretto dalla copertina bianca e arancio. La guida – distribuita gratuitamente nelle Asl, in Comune, alla Cisl in via Tadino 23 – spiega come accedere ai servizi pubblici in campo sanitario e assistenziale, come chiedere sostegni economici, come mettersi in regola col permesso di soggiorno, come chiedere la cittadinanza italiana, come cercare lavoro o come farsi riconoscere il titolo di studio. Salta all’occhio subito – dato che la guida ha il patrocinio e l’imprimatur pubblico – l’attenzione dedicata alle donne “irregolari”, per le quali ci sono capitoli ad hoc con tutte le istruzioni per affrontare i problemi quotidiani, in primo luogo quelli legati alla gravidanza e alla salute. “Se non hai il permesso di soggiorno – si legge – puoi usufruire delle cure sanitarie, ambulatoriali e ospedaliere urgenti. L’accesso alle strutture sanitarie non può comportare alcuna segnalazione alle autorità“.

E per chi teme di andare dal medico o dal ginecologo, la guida riporta parole che mettono un punto anche alle polemiche: “Non puoi essere espulsa se sei in stato di gravidanza o nei sei mesi precedenti la nascita. Potrai avere un permesso di soggiorno per cure mediche assieme al padre del bambino”. Alle madri sono evidentemente dedicate le pagine che cercano di dare rassicurazioni, soprattutto dopo le polemiche sul reato di clandestinità: “Il cosiddetto “pacchetto sicurezza” non ha modificato questi diritti”, è scritto in neretto nel capitolo dedicato ai consultori, al diritto di famiglia, alle separazioni, al riconoscimento dei figli. E pensando a tutte quelle che abortiscono o abbandonano i figli per non perdere il posto di lavoro o per paura di non farcela economicamente, la guida ricorda: “Se non puoi tenere il bambino appena nato puoi lasciarlo in ospedale. Non è un reato, quindi non sarai soggetta ad alcuna sanzione e sarà tutelato il tuo anonimato”. Non mancano indicazioni e indirizzi utili ai quali rivolgersi in caso di violenza.

L’assessore alle Politiche sociali del Comune, Mariolina Moioli, presentando il libretto ha spiegato: “La donna è il fulcro della famiglia. Da lei passa l’integrazione e la partecipazione sociale di tutto il nucleo. A loro ci rivolgiamo perché possano uscire dall’ombra, senza subire violenze e soprusi, dentro e fuori le mura domestiche, consapevoli dei loro diritti e doveri”. Maria Grazia Bove, segretaria della Cisl, aggiunge: “Diffonderemo il più possibile questa guida e organizzeremo anche seminari e assemblee per rispondere alle domande delle donne immigrate ed essere loro più vicini”.

Fonte: Repubblica.Milano …………….By Mounya

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